Blocchi burocratico-amministrativi rallentano l’entrata ed il soggiorno delle risorse umane estere
Introduzione di Giovanni Papperini
Tale collegamento non deve esaurirsi nella stipula di “convenzioni” tra singole aziende o gruppi di aziende e le compagnie di utilities per offrire servizi professionali di natura aziendale, ma deve coinvolgere anche il settore “retail”, perchè i relocati, gli expats, vivono anche fuori delle aziende, hanno una loro vita privata, una famiglia che ha bisogno del gas, del telefono, dei collegamenti internet, dei permessi di soggiorno per i familiari ed i figli., ecc. E’ assurdo che personale chiave di multinazionali resti al freddo per settimane per ritardi nell’allaccio del gas, che dirigenti ed amministratori delegati non ottengano in tempi rapidi p.es. allacci telefonici.
Anche relativamente ai servizi pubblici occorre una particolare considerazione per il personale altamente qualificato. Esso non dovrebbe perdere del tempo prezioso per lungaggini burocratiche. Mi riferisco anche alla nuova procedura (in vigore a partire dal 11 novembre 2006) per la richiesta del rilascio o del rinnovo di un permesso di soggiorno tramite le Poste. In occasione di questo incontro ho reso noto alle Poste il disappunto di molte società per la quasi impossibilità di reperimento dei “kit”, ovvero la modulistica, nel caso in cui hanno bisogno di compilare moduli per più dipendenti o i loro familiari.
Per precedenti impegni i funzionari delle Poste S.p.A. non hanno potuto prendere parte al workshop, tuttavia con piacere segnalo la disponibilità mostrata dai funzionari delle Poste interpellati per venire incontro, con le necessarie cautele per evitare abusi, alle più che legittime richieste delle grandi aziende di disporre di un canale dedicato per reperirne un numero adeguato alle proprie esigenze senza inviare loro dipendenti o collaboratori in giro per tutta la città.
Sarà quindi necessario da parte delle aziende interessate ai kit, come a qualsiasi altra modulistica di difficile reperimento, di coordinarsi fra di loro per richiedere un numero di kit non sproporzionato, ma realmente corrispondente alle reali esigenze aziendali da qui ai prossimi 6 mesi. Infatti è chiaro a tutti che vi sono delle inesattezze nella modulistica, con inserimento di permessi non più in vigore ed altro, che andranno corrette in successive stampe della modulistica, stampe che difficilmente saranno disponibili prima di giugno 2007. Questo salvo radicali modifiche legislative preannunciate in più occasione dai Ministri dell’Interno e delle Politiche Sociali.
Poiché non è sempre possibile convocare in workshop le aziende con personale estero altamente qualificato e funzionari della Pubblica Amministrazione più sensibili verso tale argomento ho pensato sia utile per un maggior coordinamento, una maggiore visibilità dei problemi comuni, una maggiore sensibilizzazione della Pubblica Amministrazione ecc, promuovere la costituzione di un
“Comitato Italiano Immigrazione Altamente Qualificata”
Tra i compiti del Comitato vi sarà quello di aiutare le aziende per esigenze contingenti come il reperimento dei kit e, più in generale di proporsi come portavoce delle inquietudini, del desiderio di punti fermi, di chiarezza nella normativa e nella prassi legata al trasferimento internazionale del personale altamente qualificato.
Infatti desidero evidenziare il paradosso di una società globalizzata, nella quale sempre più rapidamente si spostano risorse umane e beni da un continente all’altro, e la persistenza di “blocchi mentali” e burocratico amministrativi che rallentano tale processo. Le aziende e i lavoratori dovrebbero abituarsi a convivere con rapidi cambiamenti, di costumi di mentalità ecc. quando (si) spostano da uno stato all’altro. E d’altra parte gli Stati, Italia compresa, dovrebbero adeguare rapidamente la loro legislazione al tumultuoso cambiamento della società. Tuttavia adeguamento rapido della normativa è cosa ben diversa dallo stato di confusione continua, di incertezza costante in settori chiave come il fisco, la previdenza, l’assistenza sanitaria e in generale la legislazione connessa al lavoro. Ad esempio nel settore dell’immigrazione si proclama la volontà politica di modificare radicalmente la Legge Bossi Fini però la si continua ad applicare, in attesa di una modifica incerta nei tempi e nelle modalità ed intanto si avvia un processo di “sperimentazione”, tramite le Poste, in attesa di un futuro passaggio delle funzioni ai comuni…..
Insomma vi è molta incertezza nelle procedure con un tour de force che mi sembra più “patologico” che fisiologico. Con cambiamenti legati più a logiche interne, di delicati equilibri politico-economici, che al vero monitoraggio e controllo del complesso fenomeno dell’immigrazione e, all’interno di questo fenomeno, del più circoscritto ambito del trasferimento internazionale del personale altamente qualificato. È importantissima parte del Commercio internazionale e come tale parte essenziale della politica comune comunitaria, politica seguita istituzionalmente per il governo italiano dal Ministero Commercio Internazionale DG Politica Commerciale Ufficio WTO. Su tale argomento sono lieto di introdurre l’intervento di Stefano Santacroce.